The Corner di Atelier(s) Alfonso Femia | Edifici per uffici

Fotografo: Luc Boegly

The Corner di Atelier(s) Alfonso Femia | Edifici per uffici ×
The Corner di Atelier(s) Alfonso Femia | Edifici per uffici

Fotografo: Stefano Anzini

The Corner di Atelier(s) Alfonso Femia | Edifici per uffici ×
The Corner di Atelier(s) Alfonso Femia | Edifici per uffici

Fotografo: Stefano Anzini

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Incontriamo un edificio dove nel tempo tutto è cambiato intorno a lui.

Era la sentinella di una specie di confine tra territorio, insediamenti industriali e infrastrutture e l’inizio della città urbana, in un cambio di scala e percezione immediato, forte, quasi straniante.

La città era lo sfondo, e lui la soglia per entrare da nord-ovest nella città metropolitana di Milano.

Negli anni si sono invertiti i ruoli delle aree nella città secondo una lenta e coraggiosa metamorfosi che ne ha cambiato, uso, destini, percezioni, dimensioni.

Ai limiti di quella soglia dove l’edificio mantiene il suo ruolo di “presenza-preesistenza”, una nuova centralità urbana, contemporanea è nata e continua a svilupparsi. Da limite tra aree, l’edificio si trova quasi al centro di quella trasformazione, da anticipatore delle trame urbane, diventa ora sfondo del nuovo parco urbano ora prospettiva urbana tra le due piazze, Repubblica e Gae Aulenti.

Il suo destino poteva essere quello di sviluppare una emulazione del nuovo linguaggio contemporaneo e fare parte del tutto, perdendo cosi la sua identità e il suo ruolo.

Ha scelto una visione più coraggiosa, un progetto che potesse enfatizzare il suo ruolo di presenza-preesistenza e che al contempo, attraverso lo strumento del dialogo con il suo nuovo contesto, potesse affermare una sua identità precisa sia urbana che architettonica.
Ogni prospetto, da quelli “pubblici” a quello “Intimo” della corte, assume uno spartito materico e di linguaggio che si mette in relazione in primis con il suo nuovo ruolo (boulevard urbano/viale Liberazione, piazza/parco urbano/via Melchiorre Gioia) urbano che viene dichiarato sull’angolo laddove i due paesaggi urbani si incontrano, laddove gli spazi si dilatano e si comprimono, laddove il cielo diventa da naturale a artificiale riflesso dalle torri delle Varesine.

Ritmo, sequenza, materia, colore, volume che ora si scava in un bassorilievo ossessivo, bianco e infinito, ora si estrude in una serie variabile di bow-window blu. Ora si struttura tra scale che si arrampicano e alternanze verticali di riflessi, trasparenza e materie opache.
La volontà è stata di rafforzare la natura dell’edificio costruito con una trama strutturale intensa e ripetitiva e che abbiamo assunto come un pentagramma sul quale appoggiarsi anche per la sopraelevazione dove si è scelto di non perseguire gestualità o stratificazioni di volumi o linguaggi estranei all’edificio e al luogo ma di essere parte di esso, indicando semplici tracce di questa sua crescita “verticale”.
The Corner pertanto prende il suo nome naturalmente dalla sua idea fondativa progettuale, far comprendere che l’angolo di un edificio nella città può e deve essere un punto di racconto della città, del suo tempo tra i tempi, del suo rapporto percettivo con il contesto. L’architettura deve parlarci, nel tempo presente e nel tempo futuro, deve dichiarare alcune scelte che dovrebbero essere oltre la questione puramente estetica perché appartengono alla storia di una città e pertanto alla storia degli uomini che partecipano alla loro costruzione e al loro sviluppo.

Il progetto deve essere un atto responsabile e visionario. The Corner dialoga con la luce di Milano, con il suo cielo, con le sue prospettive compresse e dilatate, con i suoi nuovi orizzonti. Abbiamo portato il parco degli “Alberi” sino ai piedi dell’edificio, in qualche maniera lo abbiamo fatto entrare realizzando un porticato e una pensilina completamente specchiante, capace di eliminare per qualche momento il limite fisico tra interno e esterno tra pubblico e privato, tra dimensione collettiva e dimensione intima. Il progetto è un sistema percettivo della realtà e del rapporto luce-ombra che porta al suo intorno un caleidoscopio di effetti cangianti che misurano il tempo del giorno, delle settimane, dei mesi dell’anno. Generosamente ricrea con il suo nuovo volume un coronamento fatto di terrazze lineari, puntuali, piccole corti aperte e una grande corte immaginata come un playground urbano tra mezzi meccanici e aree conviviali.
La città ottocentesca europea e americana della prima New York immaginava negli angoli urbani e nei suoi edifici rappresentativi una specie di porta di ingresso, di soglie urbane che mettevano in attenzione i punti speciali della città. Oggi The Corner rimarca con la sua identità la nuova centralità urbana di Milano, accompagnato da edifici contemporanei e una grande “biblioteca degli alberi”.

Design team:

Architectural urbanistic, preliminary, definitive and landscape design: Atelier(s) Alfonso Femia
Architect in charge: Alfonso Femia
Coordination: Simonetta Cenci
Structural engineering: FOR engineering
Services engineering: FOR engineering
Safety during the design and execution phases: Atelier(s) Alfonso Femia AF517 / FOR engineering Corrado Vaschetti
Main Contractor: CGG - Gilardi Costruzioni
Poject and execution manager: Alessandro Bellus
Design team: Alessandro Bellus, Simonetta Cenci, Marco Corazza, Alfonso Femia, Vanesa Carbajo Fernàndez, Andrea Lucchi, Matteo Luciani, Vera Messana, Francesca Zampetti
Artistic direction: Alfonso Femia
Space Planning & Interior Design (Internazionale FC): DEGW | Lombardini22
Plan: Riqualificazione dell’edificio di Generali Redevelopment of a building located at the corner of Viale Liberazione and Via Melchiorre Gioia in Milan

The Corner di Atelier(s) Alfonso Femia | Edifici per uffici

Fotografo: Stefano Anzini

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Fotografo: Luc Boegly

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Fotografo: Luc Boegly

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Fotografo: Stefano Anzini

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Fotografo: Luc Boegly

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